6 dicembre 2007

Torna Francesco,ma esplode Rodrigo Taddei con una doppietta che permette alla Roma di vincere anche contro il Cagliari


Nel campionato che cambia marcia (Inter, Roma e poi il resto della compagnia), la scena se la conquista Rodrigo Taddei. Tre le reti del brasiliano in quattro giorni, sei i punti disegnati dal carioca nella lavagna di Spalletti che lo aveva perso per oltre due mesi.

La Roma ritrova, così, antichi equilibri e può guardare al duello infinito con la freccia del sudamericano più atipico in circolazione. All’Olimpico si danno appuntamento in meno di 30 mila. Fa freddo, il numero dei paganti (circa 4 mila) è la fotografia di una tendenza che ha colpito anche la Capitale. Spalletti cambia gli interpreti, ma non la filosofia: ci sono Vucinic e Totti da far convivere, così là davanti si presenta una Roma tutta corsa e fantasia con Mancini e Taddei a danzare dalle parti della retroguardia sarda. Sonetti lascia a Foggia il compito di ricamare per il giovane Acquafresca e l’avvio sembra girare dalla parte dei rossoblù: Ferri sfiora l’incrocio e, dopo appena un minuto, Budel centra la traversa con una saetta da incorniciare. La scossa sveglia la truppa-Spalletti che occupa la metà campo avversaria e lascia a Taddei la vetrina. Due saranno gli acuti del brasiliano, il cui ritorno fra i protagonisti si sta rivelando il vero volano della Roma di fine anno: troppo prezioso è il lavoro di un giocatore, Taddei, che sa unire il cuore carioca al temperamento di chi frequenta ben altre latitudini.
Così, il risultato è di un gol domenica scorsa all’Udinese dopo oltre due mesi di assenza e due reti, ieri, per scardinare la resistenza di Conti e compagni. Taddei va a segno prima con un colpo di testa dal cuore dell’area, poi con un telecomandato colpo da biliardo che trova la via del successo fra le mani di Marruocco e quelle di Pisano sulla linea di porta.

Il Cagliari non ha la forza per cercare di rimettersi in linea di galleggiamento e la sfida finisce per spegnersi senza sussulti. Nella ripresa gli unici applausi sono per Totti che esce di scena dopo un’ora di gioco e il pieno in fatto di certezze sulla caviglia ancora costretta a muoversi dentro uno scarpino speciale. I giallorossi controllano il traffico in mezzo al campo, Vucinic si segnala per due amnesie sotto porta e Doni per l’abilità con cui allontana il pericolo Budel e l’assalto di Foggia che poteva riaprire la contesa primo dell’ultimo brivido firmato da Mancini con una saetta sulla traversa. E il «terzo tempo»? La Roma ci prova, ma il corridoio del fair-play è solo accennato, ma, almeno, vince la spontaneità.

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