8 giugno 2008

TOTTI: ´SPALLETTI AL CHELSEA? IL MISTER MI HA DETTO CHE RIMANE A ROMA´


Francesco parla mentre Cristian giocherella, caciarone, sulle sue gambe. Totti padre e Totti figlio sono una sola cosa. Uniti, indivisibili. E te ne accorgi anche da come uno guarda l’altro. E dalla complicità (o amore? Amore, amore...) che emerge da quegli sguardi. Stamane papà Francesco caricherà sull’aereo Cristian e le femmine della famiglia, e tutti insieme se ne staranno per un paio di settimane al mare, in Sardegna. «Vacanze attive...», si affretta a precisare il capitano della Roma. Si tocca il ginocchio destro e fa una smorfia soddisfatta. «Come va? Il peggio è passato...», sospira, sorridendo.
Ci racconti...
«I giorni veramente brutti sono stati quelli dell’infortunio e dell’operazione. Poi, via via tutto si è sistemato, ho tolto il tutore, ho ricominciato a guidare la macchina, sono tornato autosufficiente e, per questo, a una vita normale, direi. E ho anche ricominciato ad allenarmi, a correre...».
Sensazioni?
«Molto buone. Il ginocchio me lo sento ancora un po’ strano, ma è normale visto che è passato solo un mese e mezzo dall’intervento. Ma tutto procede bene; anzi, meglio del previsto».
Cioè?
«Diciamo che sono in anticipo di circa un mese rispetto alla tabelle. Voglio dire che già adesso faccio cose che, di solito, si fanno dopo due mesi, due mesi e mezzo dall’operazione».
Piano, France’...
«E perchè? Il ginocchio risponde, lo sento forte, non è ballerino. Il tono muscolare della gamba destra è già buono, solo di un centimetro più piccola dell’altra, e posso fletterla già a centoventi gradi. E ho pure ricominciato a palleggiare...».
Obiettivo?
«Essere a disposizione per la Supercoppa del 24 agosto. Mi sono operato il 20 aprile e quindi il 24 agosto saranno passati più di quattro mesi: e, allora, perchè non dovrei puntare a giocare contro l’Inter?».
E, da oggi, al mare...
«Con Silio Musa (il suo fisioterapista, ndr) al seguito. Continueremo il lavoro svolto nei giorni passati a Trigoria per potenziare la gamba e potermi così presentare al raduno della squadra in condizioni idonee per aggregarmi subito al gruppo. Almeno per svolgere la parte atletica. Per il lavoro con il pallone, invece, ci vorrà un po’ più di tempo».
Ha saputo dell’intrigo inglese con Spalletti protagonista?
«Ho letto, ho letto...».
E che cosa ne pensa?
«Quando ho incontrato il mister al campo, gli ho chiesto: che fai, vai via? E lui: no, resto quì. E perciò sono tranquillo. Se ha detto che rimane, rimane».
Le tante voci sul futuro della società?
«Guardi, non ne posso parlarne perchè sono un azionista della Roma (ha circa il 2%, ndr) e quindi sono tenuto a rispettare alcune regole legate ad una società quotata in Borsa. Detto questo, aggiungo che alla famiglia Sensi sono legatissimo per quello che ha fatto per la Roma e per il sottoscritto».
Ripensando a mente fredda alla stagione che se ne è andata, cosa dice?
«Che abbiamo perso uno scudetto da polli...».
Ma come: e gli aiutini e gli aiutoni?
«Fatemi dire che lo abbiamo perso da polli, perchè altro non posso dire...».
I tifosi sono preoccupati perchè vedono altre squadre lanciatissime sul mercato e la Roma un po’ troppo immobile...
«Li capisco, ma io non sono preoccupato. Le altre si sono già mosse soprattutto perchè avevano più bisogno di noi di migliorarsi. Io ho grande fiducia in Conti e Pradè, e sono certo che, come lo scorso anno, alla fine riusciranno a mettere a segno i colpi giusti».
E quali sarebbero questi colpi giusti?
«Penso a due, tre acquisti da Champions...».
Traduzione?
«Il mio obiettivo per la prossima stagione, ve lo dico subito, è arrivare in finale di Champions League. Che si giocherà all’Olimpico. E quanno me ricapita.... Magari la Roma potrà trovarsi un’altra volta una finale di Champions nel proprio stadio, ma per me sarà l’ultima occasione della carriera. E non posso, non voglio lasciarmela sfuggire».
La Roma sta cercando un grande attaccante...
«Eh sì che abbiamo fatto pochi gol... Lo comprasse, lo comprasse. Meglio così. Invece di segnarne ottanta, ne segneremo novanta, cento...».
L’Inter ha licenziato Mancini e ingaggiato Mourinho.
«A me Mourinho piace: ha polso, personalità, parla dritto in faccia, ha dimostrato di saper tenere in pugno lo spogliatoio».
Inter più forte, allora?
«E’ difficile stabilirlo adesso. Di solito, in squadre che hanno elementi tipo Drogba, Ibrahimovic, Eto’o o Cristiano Ronaldo, un allenatore dal punto di vista tecnico conta non più del dieci per cento. A giocatori come quelli, che gli vuoi dire o insegnare? Per il novanta per cento, perciò, un allenatore deve saper guidare il gruppo, gestire uomini e situazioni. E Mourinho, sotto questo aspetto, ha dimostrato di essere molto bravo».
Francesco, gli Europei da spettatore...
«Si vede che era destino, perchè se anche non avessi detto addio alla Nazionale co ’sto ginocchio ’ndo annavo?».
La sua favorita?
«Ne indico due: Germania e Spagna».
Non l’Italia?
«L’Italia non la metto mai tra le favorite. Non l’ho fatto nemmeno due anni fa prima dei Mondiali...».
La “stella” d’Europa?
«Punto sul Niño Torres. Ammazza quant’è forte...».
I suoi fratellini De Rossi e Aquilani li sente?
«Li sento, li sento. Sono tranquilli, carichi, concentrati».
Preoccupato per i loro contratti?
«La Roma non commetterà mai l’errore di non farli restare».

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